È stato tutto all’insegna della sostenibilità l’evento veronese “Festival Internazionale dei Giochi in strada”, giunto quest’anno alla sua 18° edizione sulla pittoresca piazza di Verona, tenutosi dal 17 al 20 settembre 2020. Per il quinto anno consecutivo ha ottenuto la certificazione del proprio sistema di gestione “sostenibile” secondo lo standard ISO20121 “Sustainable event management” su tre macrolivelli ambientale, sociale ed economico, con un occhio di riguardo per gli obiettivi di sviluppo sostenibile segnalati nell’Agenda 2030. Si riconferma l’unico evento certificato della città.
Perché noi di TW36 parliamo di Tocatì? Prima di tutto per dare visibilità a un evento che mantiene la sua promessa ogni anno e che raccoglie moltissime adesioni di famiglie, bambini e adulti di ogni età e poi perché, tra i tanti attori che si muovono per rendere la certificazione di sostenibilità un obiettivo concreto spicca lo studio di consulenza strategica LOCOM, nostro partner nel gruppo capitanato dal dott. Lorenzo Orlandi. Per l’evento scaligero, Orlandi si è occupato di formare il personale di AGA, Associazione Giochi Antichi , e di raccogliere dati ed evidenze per il conseguimento della certificazione. Lui stesso spiega: «La norma ISO 20121 certifica il sistema di gestione sostenibile degli eventi, su cui ho costruito un manuale vero e proprio che mi impegno ad aggiornare in ogni edizione del festival. Il percorso prevede audit di verifica periodica annuali che sono svolti da un ente terzo, che controlla le fasi di progettazione, gestione e reporting affinché vengano rispettate le indicazioni dello standard che contengono principi e obiettivi di sviluppo sostenibile. Dal 2019 abbiamo inserito anche quelli dell’ “Agenda 2030”, che le Nazioni Unite hanno definito comuni a livello internazionale. Tra questi, sei quelli sui quali potevamo dare un contributo: stile di vita sano, momenti formativi, disponibilità di acqua e servizi igienici gratuiti, recupero e sviluppo di insediamenti urbani inclusivi, proposta di buone pratiche sul consumo e sulla produzione responsabile e, infine, coinvolgimento dei partner per la diffusione della cultura sostenibile sul territorio”. Orlandi sottolinea poi come l’evento sia una case history interessante sotto il profilo dello sviluppo di una mentalità sostenibile che vede coinvolte le istituzioni locali e anche il pubblico partecipe dell’evento.
Dietro alle quinte il lavoro è intenso sia dal punto di vista organizzativo sia gestionale e progettuale, con una grande attenzione rivolta al territorio: il 73% dei fornitori sono locali, mentre la rimanente quota è rappresentata da fornitori collocati nel raggio massimo di dieci chilometri dalla città. Considerando l’avvenimento inserito, purtroppo, nella cornice Covid-19, Orlandi sottolinea come: «Questa situazione ha incentivato il pubblico a responsabilizzarsi maggiormente durante gli eventi. In ogni caso, i vincoli principali sono stati imposti dai protocolli di sicurezza; rimane il fatto che responsabilità e sostenibilità spesso vanno di pari passo».
Un esempio virtuoso di come essere in linea con i principali “goals” richiesti sia possibile, a partire da azioni misurabili che trovano posto all’interno di iniziative ludiche, pensate per far divertire e per unire i nuclei famigliari attorno al mito del gioco tradizionale, unitamente a comportamenti sostenibili.
Orlandi è stato anche protagonista di un articolo dal titolo “Io pioniere della sostenibilità” pubblicato lo scorso 20 settembre 2020 su “Tipi veronesi”, la proposta domenicale del Corriere di Verona che racconta, attraverso la storia di personaggi più o meno famosi, l’evolversi della città.